Il Coordinamento nazionale interassociativo del settore sociosanitario, che riunisce le 17 sigle rappresentative della totalità degli enti gestori dei servizi di assistenza a persone non autosufficienti in ambito residenziale, semiresidenziale e domiciliare, con oltre 1,5 milioni di utenti assistiti e circa un milione di addetti, ha inviato nei giorni scorsi al Governo le proprie proposte per il rilancio dell’assistenza territoriale.
Riguardano una serie di punti elaborati con riferimento al “position paper interassociativo” del marzo 2021 e tenendo conto della necessità di stimolare il dibattito istituzionale e contribuire all’acquisizione di una più ampia consapevolezza dei problemi da parte della pubblica opinione. I nodi affrontati rimandano a una precisa visione per le Rsa del futuro e per la realizzazione della rete dei servizi territoriali, così come individuata nel corso del convegno svoltosi il 23 novembre 2022 a Bologna, all’interno del Forum Non Autosufficienza. Data inoltre la complessità del settore dell’assistenza alle persone non autosufficienti, che coinvolgono le funzioni proprie e le competenze di numerosi ministeri, attraverso il documento viene ribadita l’opportunità di valutare l’unificazione della specifica delega presso un unico ministero e, in conclusione, viene avanzata la richiesta da parte del Coordinamento di essere ammessi alle diverse fasi di consultazione e concertazione, anche per quanto riguarda i tavoli tecnici attualmente in essere, nonché di essere convocati presso le competenti commissioni parlamentari e ministeriali ed in ogni altra sede istituzionale ove venissero eventualmente affrontate le problematiche illustrate nella lettera.
Le proposte in essa contenute si sviluppano attorno ai seguenti temi.
• Rsa come centri multiservizi alla persona: oltre che come servizi residenziali “protetti” debbono essere intese anche come centri servizi territoriali h24, cioè strutture fondamentali nella rete di assistenza di prossimità, come unità capaci di assicurare servizi territoriali di assistenza domiciliare, di assistenza semiresidenziale e di residenzialità sociale/alloggi protetti nonché attività di telemedicina.
• Rsa specializzate: con nuclei dedicati a specifiche patologie, a elevata intensità di assistenza per assicurare un trattamento appropriato ad anziani con demenza, stati vegetativi e persone in dipendenza vitale, persone con gravissime disabilità e persone in fase terminale, in accordo con gli hospice. Tali strutture (o parti di esse) potrebbero assumere le funzioni di Ospedali di Comunità, escludendo che l’ospedale di Comunità possa essere realizzato come entità “autonoma”. In questa ottica il DM 77 già prevede che gli “Ospedali di Comunità” possano essere realizzati anche come “nuclei” all’interno di strutture Residenziali, senza necessità di investimenti e con il vantaggio di condividere servizi comuni e garantire filiera di servizi e continuità di cure all’interno di strutture già capillarmente distribuite sul territorio nazionale.
• Rsa in rete: attraverso accordi specifici tra Asl, aziende ospedaliere, ambiti Territoriali e gestori accreditati per definire la rete costituente il continuum dei servizi territoriali destinato a rispondere ai bisogni delle persone non autosufficienti e del loro contesto familiare.
• Adi con una revisione complessiva della stratificazione delle nuove prese in carico per come definita dal Pnnr, a partire da dati che ricomprendano nel computo anche pazienti a complessità medio-alta del tutto sottostimati nell’attuale distribuzione.
• Partenariato tra sistema pubblico e privato accreditato attraverso regole e requisiti alti ed omogenei a livello nazionale.
In tale ottica, sono ritenuti necessari alcuni passaggi e sono inoltre ricordate le azioni intraprese dalle strutture nell’ambito del loro impegno continuo verso l’umanizzazione e la personalizzazione delle cure, indispensabili al benessere dell’ospite. La visione proposta dal Coordinamento corrisponde a un percorso virtuoso, che per essere realizzato necessita del recupero della compatibilità economica delle gestioni in un settore già in crisi prima della pandemia (anche attraverso il superamento della invariabilità delle rette, non rivalutate dal 2012 ) e oggi messo a rischio dall’insostenibile aumento dei costi legati alla crisi energetica.
Proposte per il rilancio dell’assistenza territoriale
Fanno parte del Coordinamento nazionale interassociativo del settore sociosanitario:
ACOP – AGCI – AGeSPI – AIAS – AIOP Confindustria – ANASTE – ANFFAS – ANSDIPP – ARIS – CONFAPI – CSD DIACONIA VALDESE – LEGACOOPSOCIALI – UNEBA – UNINDUSTRIA – URIPA