Sono passati oltre 10 anni da quando il ministero della Sanità ha emanato la raccomandazione n° 8 del 2007 in cui, facendo riferimento agli atti di indirizzo del Niosh (National Institute for Occupational Safety and Health) e alle stime del Bureau of Labor Statistics statunitense, vengono dettate le linee guida sulla prevenzione degli atti di aggressione ai danni degli operatori sanitari. L’obbiettivo della raccomandazione era quello di prevenire gli atti di violenza, cercando di ridurre le condizioni di rischio e nello stesso tempo far acquisire competenze al fine di valutare ed evitare situazioni di pericolo.
La stessa raccomandazione prevedeva diverse azioni da mettere in campo:
- l’elaborazione di un programma di prevenzione
- un’analisi delle situazioni lavorative
- una definizione ed implementazione di misure di prevenzione e controllo
- la formazione del personale mediante una implementazione della raccomandazione e livello aziendale; il monitoraggio degli eventi sentinella.
Purtroppo i dati (fonte Fnomceo, Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri) non sono confortanti: sono 4.000 all’anno i casi di violenza sul luogo di lavoro di cui 1.200 riguardanti i lavoratori della sanità. Di questi, il 70% è contro le donne, con una media di più di tre episodi al giorno: come sottolineato dal presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, bisogna poi aggiungere tutti gli episodi minori che forse non creano danni materiali ai soggetti, ma che provocano comunque traumi psicologici.
Per tutti questi motivi, il 13 marzo scorso si è insediato alla presenza del ex ministro Beatrice Lorenzin l’Osservatorio permanente contro la violenza sugli operatori sanitari, allo scopo di monitorare il fenomeno e stimarlo nella sua ampiezza, trovando così delle soluzioni appropriate. L’Osservatorio è presieduto dal ministro della Salute e ne fanno parte il comandante dei Carabinieri del Nas, il coordinatore degli assessori alla sanità regionali, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, il presidente della Federazione degli infermieri, il presidente della Federazione nazionale ordini dei veterinari, il presidente della Federazione dei farmacisti, il direttore generale dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali e i direttori generali della Prevenzione, della Programmazione e delle Professioni sanitarie del ministero.
«L’Osservatorio insediatosi oggi – ha commentato il ministro Lorenzin – si pone importanti obiettivi: attivare un monitoraggio su tutti i livelli di sicurezza degli operatori sanitari, proporre misure concrete che li mettano in sicurezza negli ambiti di rischio – innalzando al contempo il loro livello di formazione rispetto alla gestione del rischio – e intervenire sugli aspetti organizzativi delle singole Asl e delle singole Regioni, perché spesso siamo di fronte a tematiche legate a problemi non solo sociologici ma anche organizzativi. Un’azione coordinata e corale, che mira a ridare prestigio e dignità alle professioni sanitarie, proteggendo e valorizzando il loro quotidiano indispensabile lavoro, al servizio, non va dimenticato, dei pazienti e di tutti i cittadini».