Senza età. A prima vista può sembrare una provocazione dettata magari da voglia di “giovanilismo”. Non è così. Il concetto fotografa una realtà che è già sotto gli occhi di tutti e che procede a passi rapidissimi nella direzione indicata. L’età anagrafica sta diventando una variabile quasi indipendente nella vita di una persona. La società e il mondo del lavoro non sono più quelli di ieri. La prima registra il progressivo aumento dell’aspettativa di vita e il costante miglioramento della qualità della stessa, il secondo vede non solo la riduzione dei tempi di lavoro ma soprattutto il superamento del lavoro manuale e il prevalere dei servizi e del terziario su un’ agricoltura e un’industria, fra l’altro, sempre più automatizzate. La fatica fisica è quasi residuale. L’età, se non intervengono patologie particolari, non è più in relazione diretta con il lavoro o con l’intelligenza e le capacità fisiche e mentali. La “pensione” vede soggetti ancora attivissimi, pieni di vita, voglia di fare. Persone nel senso pieno del termine, non “anziani”. Un pianeta di uomini e donne che possono dare e fare molto, una risorsa che viene però ignorata anche dai poteri pubblici.
Ecco allora perché il periodico on line della Fondazione Turati che vede la luce in questo 2018 si chiama “Senzetà”. Parleremo di tutto quello che interessa la popolazione più avanti con gli anni: di quella parte, maggioritaria, che non ha perso il desiderio di essere una componente attiva della società, e che coltiva ancora sogni e speranze, e di quella, minoritaria, che necessita di assistenza e che è bisognosa di cure. In un caso e nell’altro sempre “persone” che non possono essere definite in relazione all’età, persone che devono restare tali soprattutto quando si trovano di fronte alle malattie o alla perdita di autonomia che può verificarsi con il tempo che passa. Fra l’altro i cambiamenti demografici stanno modificando anche la situazione epidemiologica del Paese. La domanda di salute registra l’aumento costante delle lungodegenze. E questo cambia l’organizzazione delle stesse strutture sanitarie sul territorio. Le RSA si stanno trasformando in residenze medicalizzate dove non si assiste più un anziano solo, bisognoso di essere accudito, “il nonno”, ma una persona magari in avanti con gli anni che per periodi di tempo anche lunghi necessita di assistenza medica. Una persona che deve essere assistita più che sulla base dell’età, sulla base di una patologia che magari si è sviluppata con l’età.
Il nostro scopo è semplice: far maturare una nuova consapevolezza a livello sociale e far circolare idee, informazioni e buone pratiche che facciano, sempre di più, della Fondazione un punto di riferimento fra le Istituzioni che, di concerto con il Servizio sanitario, puntano a dare risposte efficaci ed appropriate ai problemi socio-sanitari della popolazione.
Contiamo sul vostro aiuto. Per consigli, suggerimenti, articoli e naturalmente critiche.
Giancarlo Magni