A Novembre dell’anno appena concluso 50&Più, un’associazione nata nell’ambito di Confcommercio e che ha lo scopo di promuovere l’invecchiamento attivo e la valorizzazione, nella società, del ruolo della persona anziana, ha tenuto a Venezia la XIII edizione di Gold Age, un appuntamento annuale che fa il punto sul variegato mondo degli ultra-cinquantenni. Il convegno è un’occasione di confronto fra istituzioni, enti ed operatori sul modo migliore per riconoscere lo spazio che merita al mondo, sempre più importante, della terza età, e per favorire una nuova politica di valorizzazione per la maggioranza di anziani in salute e una di assistenza per la minoranza bisognosa di cure.
Durante il convegno è stata presentata una ricerca realizzata dal sociologo Nadio Delai di Ermeneia dalla quale emerge che la maggioranza degli over 50 intervistati considera la terza età, che tradizionalmente viene fatta iniziare a 65 anni, come un periodo di vita piena e attiva. Anzi in previsione di quel momento molti, per stare meglio al passo dei tempi, pensano di approfondire la propria preparazione sia dal punto di vista professionale che da quello delle nuove tecnologie. Addirittura il 56,2% del campione vede la terza età come un’occasione per nuove esperienze nel lavoro e nella vita di relazione. Da sottolineare un dato. Alla domanda fino a che età si dovrebbe continuare a lavorare risponde “fino a quando sono in grado di farlo” il 43,5% di chi ha meno di 70 anni e il 45,8% di quanti hanno già superato i 70.
Il 70% degli intervistati ritiene poi che la politica dovrebbe farsi carico di favorire agli over 65 una vita attiva anche dopo la pensione. Non solo per la salute e il benessere degli interessati ma soprattutto per il positivo ritorno che ne avrebbe la società. Fra i molti provvedimenti proposti un’apposita legge per agevolare chi, in pensione, vuole intraprendere una nuova attività oppure la detassazione, sia pure parziale, del lavoro di un pensionato.