L’osteoporosi è un tema di grande attualità: compiuti i 50 anni, una donna su tre e un uomo su cinque subiranno una frattura negli anni successivi. Nel nostro paese circa 330.000 hanno ricevuto una diagnosi di osteoporosi e 750.000 persone soffrono di osteopenia, lo stadio precoce dell’osteoporosi. Possiamo quindi affermare che l’osteoporosi è la più frequente malattia delle ossa e costituisce un importante problema di salute.
Consiste in una malattia del metabolismo delle ossa, responsabile di una diminuzione costante della massa e della solidità ossea. Fisiologicamnete, le ossa sono soggette a un continuo processo di trasformazione e nei soggetti sani esiste un rapporto equilibrato tra il riassorbimento e la formazione di sostanza ossea. L’osteoporosi, invece, è il risultato di uno squilibrio di questo rapporto: le ossa si deteriorano, diventano fragili, tanto che, se non si interviene, la malattia arriva ad uno stadio avanzato, in cui si assiste a fratture ossee anche in caso di sollecitazioni minime, ad esempio in seguito a una banalissima caduta. Nei casi più gravi persino un forte colpo di tosse o il sollevamento di un carico pesante possono causare una frattura. Le fratture tipiche interessano: le vertebre, l’omero e l’avambraccio, il femore, il bacino. Il problema dell’osteoporosi è che, come anticipato, si tratta di una malattia silente: l’osso si indebolisce nel tempo, ma senza causare dolori. Se non si fanno opportuni accertamenti e, quando serve, la terapia, ci si accorge di avere l’osteoporosi soltanto dopo la frattura, e in quel caso il dolore si sente, eccome!
Poiché l’aspettativa di vita aumenta per la maggior parte della popolazione mondiale, i costi finanziari e umani associati alle fratture osteoporotiche cresceranno drammaticamente se non saranno presi provvedimenti di prevenzione. Il rischio di sviluppare osteoporosi e fratture da fragilità è determinato da molti fattori, alcuni dei quali modificabili (es. esercizio fisico, alimentazione e fumo), altri non modificabili (es. familiarità, età alla menopausa e patologie quali l’artrite reumatoide). Mentre il picco di massa ossea è in gran parte correlato alla genetica, dopo i 65 anni quest’ultima svolge un ruolo sempre meno significativo e altri fattori, come l’attività fisica e la dieta, diventano sempre più importanti. L’osteoporosi può letteralmente frantumare la vita delle persone e per questo ricordiamo quanto sia importante prevenirla con alcune strategie, che adesso descriveremo.
1) Il detto “chi si ferma è perduto” è più appropriato che mai dopo i 50 anni di età. Dopo la menopausa l’attività fisica diventa fondamentale per il mantenimento della massa ossea e della forza muscolare. Infatti, un tono muscolare ridotto favorisce cadute e fratture. L’effetto positivo dell’esercizio fisico sull’osso dipende sia dal tipo che dall’intensità dell’attività fisica. I programmi degli esercizi dovrebbero essere scelti in base alle esigenze e capacità di ciascuno, specialmente in presenza di osteoporosi, tendenza alla caduta e fragilità. Ballare, fare aerobica, salire e scendere le scale, camminare e fare delle escursioni, fare esercizi a corpo libero e con gli elastici, ginnastica posturale: sono tutte strategie preventive vincenti!
2) Una dieta bilanciata che preveda un corretto introito di calcio, vitamina D e proteine è un fattore essenziale per la salute dello scheletro. Il calcio è l’elemento fondamentale: con l’avanzare dell’età, il nostro organismo riesce ad assorbire meno, per cui aumenta il fabbisogno. La dieta è la migliore fonte di calcio (sono ricchi di calcio: latte parzialmente scremato, yogurt magro naturale, formaggio, cavolo riccio, tofu, budino di riso, fichi). La vitamina D svolge un ruolo cruciale per la salute dell’osso e del muscolo e viene prodotta dalla pelle in seguito all’esposizione al sole. La stagione e la latitudine, l’uso di filtri solari, lo smog cittadino, i vestiti che coprono l’intero corpo, il colore della pelle, l’età e molti altri fattori condizionano la misura in cui la vitamina D sarà prodotta grazie alla luce solare. Esistono anche fonti alimentari di vitamina D: salmone, olio di fegato di merluzzo, funghi e uova. Per i soggetti che invece non possono introdurre calcio con l’alimentazione, supplementi di calcio o calcio e vitamina D possono migliorare lo stato di salute generale e ridurre il rischio di frattura.
3) Le cattive abitudini, oltre a mettere in pericolo la salute generale, hanno anche un impatto negativo sul tessuto osseo. I fumatori e gli ex-fumatori presentano un aumentato rischio di frattura rispetto ai non fumatori. Una moderata assunzione di alcol – fino a 2 bicchieri al giorno (2 x 120 ml) – non influisce negativamente sulla salute ossea. Tuttavia è stato dimostrato che l’abuso prolungato di alcol aumenta il rischio di frattura. È importante inoltre riuscire a mantenere il peso ideale: essere sottopeso o sovrappeso si associa a un’aumentato rischio di fratture.
4) Saper riconoscere i fattori di rischio non modificabili, per potersi rivolgere tempestivamente dal medico ed iniziare la terapia preventiva. Chiunque sopra i 50 anni abbia già avuto una frattura ha un rischio doppio di subirne un’altra in futuro rispetto a chi non ne ha mai avute. La prima frattura dovrebbe costituire un campanello d’allarme! Bisognerebbe inoltre informarsi se vi è una storia familiare di osteoporosi e fratture, perché in questo caso vuol dire che si è geneticamente più a rischio. Ci sono poi alcuni farmaci che indeboliscono direttamente l’osso. Se assumi uno qualsiasi dei seguenti farmaci dovresti consultare il medico a proposito dell’aumento del rischio per la salute delle ossa: glucocorticosteroidi, alcuni immunosoppressori, trattamento con l’ormone tiroideo in eccesso (L-Tiroxina), alcuni ormoni steroidei, alcuni antipsicotici e anticonvulsivanti.
5) Malattie concomitanti: ci sono delle malattie che predispongono allo sviluppo dell’osteoporosi, perché determinano un malassorbimento di calcio e vitamina D (ad esempio la celiachia), oppure sono responsabili di un’alterazione delle ossa (ad esempio l’artrite reumatoide), che diventano fragili. Anche la menopausa precoce (prima dei 40 anni) si associa ad un maggior rischio di sviluppare osteoporosi.
6) Cadi frequentemente (più di una volta nell’ultimo anno) o hai paura di cadere perché ti senti fragile, ti manca l’equilibrio? Se hai problemi di vista, hai poca forza muscolare o equilibrio, o assumi farmaci che compromettono l’equilibrio, allora hai bisogno di prendere particolari precauzioni. Assicurati che la tua casa sia “a prova di caduta”: attenzione ai tappeti o agli oggetti che possono farti inciampare, ai pavimenti scivolosi, usa i corrimano e indossa calzature stabili e antiscivolo, sia in casa che all’esterno.
Cosa fare per prevenire l’osteoporosi? Seguire tutti i consigli! Ma è fondamentale sottoporsi ad una visita medica, che includerà una valutazione del rischio di frattura (per esempio usando dei calcolatori del rischio ciamati FRAX®) e in molti casi una densitometria ossea mediante (conosciuta come MOC). La scansione richiede solo pochi minuti, è indolore e non invasiva. Se sei a rischio di cadute, dovresti anche farti indicare delle strategie per prevenirle. In base ai risultati della tua valutazione clinica, il medico suggerisce raccomandazioni specifiche sull’incremento di calcio e vitamina D, o altre integrazioni, l’esercizio fisico, eventuali opzioni terapeutiche. Per quanto riguarda la terapia con farmaci, esistono delle vere e proprie linee guida nazionali che il medico segue per offrire la migliore terapia e permetterti di restare in forma!
Dr.ssa Iolanda Maria Rutigliano